domingo, 26 de maio de 2013

*. Il Generale Inverno .*

Album: Mohole (2005)
Genre: Prog Rock (Post Rock/Alternative/Chamber)  /  Italy

Il Generale Inverno è il figlio naturale dei Lecrevisse, dalla quale formazione originaria si sottolinea la dipartita di K, cantante e chitarrista. Da un’impostazione precedente più psichedelica, quindi, a metà tra i giochi indipendenti dei Motorpsycho ed alcune sferzate che rendevano il loro sound più caratteristico, attraverso l’utilizzo di strumenti come il theremin, lo xylofono ed i synth, si raggiunge una diversa evoluzione, di matrice più tipicamente post-rock, sicuramente più sintetica e minimalistica, ma a dire il vero nemmeno troppo distante. E’ proprio su minimalismi soffusi e lontani che i quattro si muovono, lentamente, crogiolandosi talvolta in una non sempre giustificabile autoindulgenza, e tratteggiando un intimismo lirico e musicale spesso scontroso e distaccato. Non sono certo semplicità ed immediatezza ad apparire come migliori pregi dell’album, altresì brani come “Di Futuri Incomodi” e “Appena Appena” alternano intrecci chitarristici che imbastiscono stratificazioni sottili e difficilmente accessibili per atterrare su pseudoritornelli più d’impatto, instabili e non esattamente rassicuranti, dove le influenze dei Motorpsycho sembrano riecheggiare da lontano...Via via assimilate e fatte proprie. Si constata un’attenzione produttiva scarna, basica e scevra di brillantezza; la volontarietà di questa scelta si traduce in un’opzione concettualmente coerente ma che talvolta impedisce alle aperture melodiche del Generale di spiccare il volo, o di raschiare l’asfalto: in passato i Lecrevisse – e mi si perdoni la continua menzione – ebbero la fortuna di sfruttare il sostentamento di Fabio Magistrali in consolle, ottenendo un risultato indubbiamente eccezionale...”Mohole” appare invece statico sotto questo punto di vista, troppo spesso attorcigliato su se stesso e con scorte d’ossigeno piuttosto limitate. Individualismo credibile, minimalismo sonico funzionale e coerente, ma la mancanza di una spinta emozionale ne limita eccessivamente il potenziale. Recensione di "Claudio Sambusida" (www.kronic.it)

RATING:  7.25 / 10

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