Per una realizzazione di Iaia De Capitani, il nuovo disco degli UT New Trolls è il risultato dell’espressività più sincera di Gianni Belleno; sue sono sia le parole che le musiche, a cui ha collaborato orchestrandole ed arrangiandole con passione, originalità e maestria Maurizio Salvi. Tralasciando le pur preziose citazioni classiche, il capriccio elettrico di Paganini e la Corale 147 di Bach interpolati da temi originali armoniosi e potenti, il lavoro si presenta come un’opera musicalmente concreta e convincente; l’esecuzione degli interpreti è eccellente e contribuisce a fare di questo disco un capitolo della miglior tradizione italiana rock che non deve passare inosservato. Va anche dato merito a due veterani come Salvi e Belleno di aver avuto la capacità e la sapienza di accogliere ed integrare nella loro concezione il contributo di giovani e valenti interpreti come Del Vecchio, Cinquegrana e la Portalupi; il risultato di questa sintesi è riflesso nella varietà degli spunti e nell’adozione di sonorità attuali anche tendenti a rapidi accenni metal, che si alternano a echi sonori del passato come in “La Luce Di Vermeer" (che sembra tratto da “Passpartù” della PFM - Zoo Records, 1978). Infatti in questa nuova rappresentazione gli UT New Trolls riversano tutte le proprie più disparate influenze classiche e pop, che arrivano ai Chicago, a George Harrison, ai Procol Harum fino alle armonie vocali di Crosby, Stills, Nash & Young. Fra i brani spicca “Oltre Il Cielo”, nell’interpretazione profonda e sentita di Alessandro Del Vecchio, che purtroppo non è rientrata nel programma in gara quest’anno a Sanremo, ma che Fergie Frederiksen (ex Toto) ha voluto fare sua nella versione “Can’t Go On”, dando una conferma indiretta del valore universale della canzone, dove Salvi abbandona distrattamente anche qualche nota blues e Cinquegrana fa graffiare dolorosamente la sua chitarra. “Rispettare Può Salvare” è emblematica per i temi trattati ma, quel che più importa, è piena di sostanza musicale, di intesa fra i musicisti, di varietà, di visione, a tratti di gravità. Il brano che dà il titolo all’album riflette più direttamente l’inclinazione “progressive” che si vuole storica della formazione, per quanto queste etichette abbiano un valore; piuttosto va sottolineata ancora una volta la pienezza e la maestosità musicale, l’esecuzione, la sua corposità, l’alternanza dei temi ritmici. “Sarà Per Noi” è un’altra pagina di sentimento e di introspezione, struggente e vera. Sul finale invece si avverte come un calo di ispirazione, con “Siamo Ancora Qui” e “Sporca Politica” che forse riprendono troppo i riflessi di certe esposizioni tipiche degli anni ’80 un poco consunte e meno efficaci. Questa in definitiva è una semplice collezione di brani, il rock neanche in Italia si esprime più su distanze e respiri più ampi. Può anche essere un’evoluzione del genere ed in fondo si tratta solo di scelte e di gusti personali; ma non per questo il lavoro nel suo complesso manca di unitarietà, come nemmeno di tocco e di illuminazione. Qua e là ci può essere qualche indecisione sulle scelte melodiche, ma “Do UT Des” nel suo insieme è un’opera di dignità musicale superiore, che si distingue fino nel dettaglio (la copertina è un concetto fotografico che si basa su una mappa stellare ritrovata in Egitto negli anni ’50) dalla massa di produzione più o meno pretenziosa che ormai ci arriva da tutta Europa. Salvi e Belleno hanno fatto il loro, e lo hanno fatto davvero con intensità e bravura; ora tocca al pubblico prendersi la responsabilità di dare a questi brani il rilievo che meritano. Recensioni di "Arcangelo Accurso" (www.spaziorock.it).
RATING: ???????????
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Um comentário :
muchísimas gracias. saludos
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