domingo, 24 de fevereiro de 2013

*. Fiaba .*

Album: La pelle nella luna (2012)
Genre: Prog Rock (Medieval Folk/Prog Metal)  /  Italy

Oggi recensiamo il lavoro dei Fiaba: "La Pelle nella Luna", un quasi concept dai forti colori medioevali misto a un sound cupo che ricorda per alcune atmosfere i Tool, Fates warning... ma aspettate!!! Ci tengo a precisare che questo disco non è progressive, è più una sorta di insieme di stornelli (dal sapore medioevale) con inserti che hanno l'intenzione di ricordare le ritmiche mid-beat dei Megadeth e dei Metallica (soprattutto nel brano "L'Inquisito"). A dire la verità sono stato titubante nel recensire questo disco, sia perchè il genere è poco attinente con il mondo del metal, sia perchè trovo che sia troppo audace, quasi un esperimento artistico molto personale che, come succede spesso nella scultura, a volte esce dagli schemi ma non capisci cosa vuole dirti. Io non so dirvi se il disco mi piaccia o no, a dire il vero ho fatto molta fatica ad ascoltarlo due volte, quindi vi dirò unicamente quelli che secondo me sono i punti di forza di questa band e quali sono invece i punti deboli: per farvi un'idea infatti dovete assolutamente ascoltare il cd, così da avere voi stessi l'ultima parola. Sono certo che dividerà moltissimo critici e recensori, come del resto il pubblico. I punti di forza: Sicuramente non è facile concepire una storia, trovo infatti un punto di forza nei testi, nel tentativo di cantare in italiano e di sperimentare la nostra lingua non semplice da musicare. La storia, incentrata sui lupi mannari, è credibile, inserita nel giusto contesto musicale, centrata nel discorso, tant'è che molte delle parti strumentali seguono il testo nelle intenzioni e nelle atmosfere. I brani acustici riportano l'ascoltatore nella natura, di fronte a un fuoco e un menestrello che narra le sue storie. I punti deboli: Sicuramente non possiamo parlare di brani musicali, ma più di una forma teatrale musicata, dove la musica diventa secondaria. Questa è chiaramente una scelta (viste anche le discrete capacità della voce che è il vero punto di forza del disco), ma è anche, a parer mio, un grosso errore, che porta l'ascoltatore a non poter godere di quasi nulla a livello musicale. Mancano arrangiamenti, strutture armoniche, e spesso la voce segue la tonica dell'accordo inserendo frasi all'interno delle battute che non sempre riescono a contenere le parole metricamente. Le chitarre inoltre non suonano, hanno un sound acerbo. Ribadisco che sto parlando di una mia opinione, venendo io dal thrash e dal progressive, mi sarei goduto molto volentieri un qualcosa anche a livello strumentale, capace di intrecci con la voce e magari giri meno risentiti e ripetuti. La produzione è deludente, la batteria scarna, quasi sembra triggerata e priva di dinamiche. Il mix (per quanto molto pulito) è freddo. Un piccolo appunto sulla dizione, che risente della meravigliosa regione di provenienza della band. Purtroppo salta all'orecchio e distoglie dalla storia. Tirando le somme apprezzo molto il tentativo sperimentale di questa band, che pecca di forma e spesso utilizza riff e giri un po' risentiti su un genere musicale che secondo me non gli appartiene molto. E' sicuramente però un progetto interessante per quello che si cela dietro, quello che non è ancora espresso in maniera consapevole secondo me mi farà ricredere in futuro. Recensioni di "Giacomo Paradiso" (www.italiadimetallo.it).

RATING:  7.25 / 10

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