Album: Noi ci Saremo (1977)
Genre: Prog Rock (Folk/Pop) / Italy
Genre: Prog Rock (Folk/Pop) / Italy
"Noi ci saremo" è senza dubbio il disco più bello dei Nomadi degli anni '70, e non solo.
A mio parere è con questo album che i Nomadi assumono la loro finale fisionomia, cioè il gruppo controcorrente e non commerciale che tutti conosciamo. Da "Noi ci saremo" in poi i Nomadi presenteranno lavori totalmente fuori dalle mode del tempo, con testi sempre più impegnati che li renderanno originali, che li renderanno NOMADI... Cominciamo a parlare della struttura del disco. L'album è diviso in due parti, "La foresta" e "L'albero". Ognuna di queste parti viene aperta rispettivamente dalle due "Riverisco", e cioè "Riverisco (La foresta)" e "Riverisco (L'albero)", poi fuse in un'unica canzone ai vari concerti. Come detto "Noi ci saremo" è un disco molto bello. La prima parte, "La foresta", si apre con la prima "Riverisco" per poi continuare con "La città", una buona canzone orecchiabile e dal testo niente male, e "La morale", nella quale si parla della morte di Cristo. Si continua con "Il fiore nero", diventato ormai un classico dei Nomadi grazie ai concerti. "Balla Piero" è una ballata (il secondo titolo è proprio "La ballata") molto simpatica, ma forse è la canzone più "debole" del disco. La prima parte si chiude con la stupenda "La storia", una canzone davvero bella, con un bellissimo basso per tutta la durata della canzone e con un testo molto buono e particolare. Un vero peccato che i Nomadi l'abbiamo accantonata. La seconda parte, "L'albero", dopo la solita "Riverisco", comincia con "I miei anni", che è ancora oggi proposta ai concerti, e che qui troviamo in una versione quasi tutta violino. Continuiamo e troviamo un altro classico dei Nomadi, "Il paese", e subito dopo arriva la splendida "La voglia di posare", che sancisce definitivamente il grande valore di questo disco. Questa canzone sarà presente anche nel doppio live "Orchestra" di 30 anni dopo. L'album si conclude con due canzoni non certo famose, ma sicuramente non da buttare, in particolare l'ultima, "Vorrei parlare"; ma andiamo per ordine: arriva prima "La devianza", una canzone che nella musica ricorda molto intimamente "Balla Piero", ma con un testo senz'altro superiore. Concludiamo con "Vorrei parlare", un gran bel pezzo che si può tranquillamente annoverare tra le canzoni "da Nomadi". Un'altra particolarità per concludere: molte canzoni hanno due titoli, che vogliono spiegare il significato della canzone. "Balla Piero" è anche "La ballata"; "I miei anni" è "Il bilancio"; "Il paese" è "Il valore"; "La voglia di posare" è "La crisi"; infine "Vorrei parlare" è "La realtà". Insomma, un grande disco che vede anche l'inizio della collaborazione tra i Nomadi e un certo Gilberto Cortesi, che negli anni successivi ci regalerà altri grandi pezzi, e con altri giovani autori "pescati" tra il pubblico, altra particolarità che rende i Nomadi unici. (www.solonomadi.it/cd77.htm).
A mio parere è con questo album che i Nomadi assumono la loro finale fisionomia, cioè il gruppo controcorrente e non commerciale che tutti conosciamo. Da "Noi ci saremo" in poi i Nomadi presenteranno lavori totalmente fuori dalle mode del tempo, con testi sempre più impegnati che li renderanno originali, che li renderanno NOMADI... Cominciamo a parlare della struttura del disco. L'album è diviso in due parti, "La foresta" e "L'albero". Ognuna di queste parti viene aperta rispettivamente dalle due "Riverisco", e cioè "Riverisco (La foresta)" e "Riverisco (L'albero)", poi fuse in un'unica canzone ai vari concerti. Come detto "Noi ci saremo" è un disco molto bello. La prima parte, "La foresta", si apre con la prima "Riverisco" per poi continuare con "La città", una buona canzone orecchiabile e dal testo niente male, e "La morale", nella quale si parla della morte di Cristo. Si continua con "Il fiore nero", diventato ormai un classico dei Nomadi grazie ai concerti. "Balla Piero" è una ballata (il secondo titolo è proprio "La ballata") molto simpatica, ma forse è la canzone più "debole" del disco. La prima parte si chiude con la stupenda "La storia", una canzone davvero bella, con un bellissimo basso per tutta la durata della canzone e con un testo molto buono e particolare. Un vero peccato che i Nomadi l'abbiamo accantonata. La seconda parte, "L'albero", dopo la solita "Riverisco", comincia con "I miei anni", che è ancora oggi proposta ai concerti, e che qui troviamo in una versione quasi tutta violino. Continuiamo e troviamo un altro classico dei Nomadi, "Il paese", e subito dopo arriva la splendida "La voglia di posare", che sancisce definitivamente il grande valore di questo disco. Questa canzone sarà presente anche nel doppio live "Orchestra" di 30 anni dopo. L'album si conclude con due canzoni non certo famose, ma sicuramente non da buttare, in particolare l'ultima, "Vorrei parlare"; ma andiamo per ordine: arriva prima "La devianza", una canzone che nella musica ricorda molto intimamente "Balla Piero", ma con un testo senz'altro superiore. Concludiamo con "Vorrei parlare", un gran bel pezzo che si può tranquillamente annoverare tra le canzoni "da Nomadi". Un'altra particolarità per concludere: molte canzoni hanno due titoli, che vogliono spiegare il significato della canzone. "Balla Piero" è anche "La ballata"; "I miei anni" è "Il bilancio"; "Il paese" è "Il valore"; "La voglia di posare" è "La crisi"; infine "Vorrei parlare" è "La realtà". Insomma, un grande disco che vede anche l'inizio della collaborazione tra i Nomadi e un certo Gilberto Cortesi, che negli anni successivi ci regalerà altri grandi pezzi, e con altri giovani autori "pescati" tra il pubblico, altra particolarità che rende i Nomadi unici. (www.solonomadi.it/cd77.htm).
RATING: 7.75 / 10
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