sexta-feira, 25 de janeiro de 2013

*. La Maschera di Cera .*

Album: Le Porte Del Domani (2013)
Album: The Gates of Tomorrow (2013)
Genre: Prog Rock (Symphonic Prog)  /  Italy

Con un gioco di parole forse un po’ scontato potremmo dire che La Maschera di Cera ha gettato la maschera e affronta con questo "Le Porte del Domani" la sua sfida più difficile e coraggiosa: quella di confrontarsi in modo diretto con la grande stagione del progressive italiano, con un immenso atto d’amore che però è anche una sfida aperta e vinta soprattutto con coloro che guardano con sufficienza e distacco all’ultima generazione del prog. E cosa di più arduo e affascinante potevano osare Fabio Zuffanti & friends se non scrivere un sequel di "Felona e Sorona” delle Orme? Sono passati quaranta anni da quello che è considerato uno dei capolavori del prog italiano, un concept sulla sfida e l’impossibile coesistenza fra due pianeti, uno perennemente illuminato dalla luce e l’altro sprofondato nell’oscurità: ebbene quella storia giunge ora narrativamente a conclusione con questo sesto album della Maschera. Se l’album delle Orme finiva con lo strumentale Ritorno al Nulla, La Maschera di Cera mette come prima traccia di questa lunga suite di 45’ divisa in nove movimenti Ritorno dal Nulla, ad indicare indiscutibilmente quale sia il punto di partenza. Scommessa vinta, diciamolo subito,  "Le Porte del Domani” rappresenta la definitiva consacrazione per il gruppo ligure, che non fa pedissequa riproposizione, ma rilegge il prog e la sua storia con personalità e talento; la musica ha una forza e un impatto emotivo da wall of sound declinato secondo il prog sinfonico, ti avvolge e ti fa volare sulle fughe spaziali delle tastiere, sull’arpeggio della chitarra acustica o sui suoni taglienti della chitarra elettrica, sul placido flauto folkeggiante, sul nervoso sax, su una sezione ritmica che costituisce la colonna portante dando forza ed energia e sulla voce di Alessandro Corvaglia, autore di una prova strepitosa, tonalità forti, timbro drammatico e grande capacità espressiva. In certi momenti Corvaglia ricorda Francesco Di Giacomo e quando sul finale di L’Enorme Abisso intona un tenorile “Io …” ti aspetteresti quasi di sentire subito dopo “…sono nato libero”. La suite che compone il disco si dipana in modo intenso e drammatico, i testi, dalla suggestiva forza espressiva, costituiscono un credibile filo narrativo, e le musiche alternano felicemente momenti riflessivi e lirici ad altri cupi e drammatici o maestosi e potenti; le musiche scritte da Fabio Zuffanti hanno un afflato romantico, parlano al cuore e all’anima, emozionano, una vera Sturm und Drang musicale. Arrangiamenti barocchi, molti gli strumenti utilizzati: tastiere, moog, sintetizzatori, svariate percussioni, chitarre, mandolino, flauto, sax rendono il suono ricco e avvincente; e ci si potrà anche sbizzarrire a ritrovare le citazioni e i riferimenti a band storiche come ovviamente Le Orme e il Banco, ma anche Genesis, Yes, VDGG e King Crimson, omaggio ammirevole e ammirato ai maestri del genere. Il prog non è morto e questa ultima fatica della banda Zuffanti, che già nel 2012 ha prodotto l’eccellente “The Rime Of Ancient Mariner” con la sigla Hostsonaten, ne è ulteriore prova, sarebbe un peccato che restasse circoscritta alla cerchia dei progfan. Il disco esce in cd sia in edizione italiana che inglese, in vinile e in un cofanetto speciale con tutte e tre le edizioni e gadget vari. Recensioni di "Ignazio Gulotta" (www.distorsioni.net).

RATING: Italian Version 8.25 / 10  ///  English Version 7.75 / 10


.     .

Um comentário :

Postar um comentário