sábado, 23 de junho de 2012

*. Enzo Maolucci .*

Album: L'Industria Dell'Obbligo (1976)
Genre: Prog Rock (Folk/Pop/Rock)  /  Italy

L'industria dell'obbligo non è solo la scuola media in cui da troppi anni milita anche la mia scandalosa immagine culturale (il romantico stipendio che mi concede lo stato è molto più letterario delle mie lezioni) ma è soprattutto Torino con la sua produzione di mostri infelici che trovi ormai in ogni ambiente urbano e che cominciano a strillare finalmente anche in questa storica palestra di tensioni. La vocazione a "sentirsi obbligati" fino ad ora ha condizionato la mia città, i suoi abitanti ed i suoi artisti al silenzio, alla compostezza, al grigiore piacevolmente provinciale che i nostri leggiadri e illuminati signori di cremeria finora avevano buon gioco a diffondere per imbellettare la Fiat, l'integrazione e la violenza ambientale. Ma l'assenteismo dei "bugia nen" sta per essere ormai stuprato e sorge prepotente la voglia di "fare insieme" per vincere la solitudine e l'isolamento. Voglio dare in questo lavoro una testimonianza di me e di Torino. Dieci anni passati a scordare chitarre elettriche sbraitando "Beat and Roll", a subire la follia dei perdenti, a conoscere i nuovi santi tra una birra e un nervoso cappuccino nei bar del '68. E altri sette anni passati a riaccordare chitarre elettriche e infilare esperienze e storie vere nel filo di una crescente coscienza politica, che può fare a meno di un'assemblea al giorno. Lo spettro di una pensione statale davanti alla demoralizzante figura sordido-ìetteraria di un cantautore trentenne, alle spalle, un Rock genetico che mi prude nel sangue, minaccia di sguinzagliare ad ogni istante tutta la mia fottuta istrioneria. Tutto questo è stato consumato con la complicità di amici assetati di gioia e delirio, anche da quelli che nel dubbio tra il votarsi seriamente alla lotta di classe o vivere differentemente la loro rivoluzione, finora hanno scelto soltanto un viaggio in Marocco all'anno e qualche cena surgelata in casa di compagni sposati da poco e già in crisi."Enzo Maolucci" . (http://maolucci.altervista.org)

RATING:  7.5 / 10

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