Viene da Lecco Dario Antonetti, con una lunga militanza nell’underground musicale, negli anni Ottanta ha militato nei Kryptastesie, il cui album “Inner Whirl”, pubblicato dall’etichetta inglese Delirium Record fu votato album italiano del 1996 da Rockerilla, successivamente ha fatto parte degli Acidi Tonanti e degli Effetto Doppler. La vocazione psichedelica è la cifra principale della sua musica, con una devozione particolare per Syd Barrett, e all’ex Pink Floyd Antonetti sta dedicando un faraonico, quanto suggestivo progetto, The Vegetable Man Project, con il quale band e musicisti di tutto il mondo e dalle più diverse estrazioni si cimentano con la rilettura del brano di Barrett The Vegetable Man, fino ad ora sono uscite sei compilation delle cinquanta previste. Dal 2006 la carriera artistica di Dario Antonetti ha subito una svolta, lui stesso si definisce “cantautore psichedelico”, e questo “Il rigore esistenziale” è il suo terzo lavoro dopo “L’estetica del cane” e “Il ritorno del figlio dell’estetica del cane”. Per questo terzo lavoro, curatissimi l’artwork e il libretto illustrativo che riporta i testi e i musicisti presenti in ogni singolo brano, si fa accompagnare da La svolta psichedelica, lo stesso Antonetti più Alessandro Brumana al basso e Lorenzo Conti alla batteria, mentre altri musicisti del giro indie hanno collaborato ai vari brani che compongono “Rigore esistenziale”. Canzoni che flirtano con la psichedelia anni sessanta, non solo Barrett ma anche il beat italiano dalle parti dei Tubi Lungimiranti, molta cura nei testi, che giocano con le immagini e una sottile, beffarda vena ironica che attraversa la riflessione esistenziale: incomunicabilità, ricordi, nevrosi, onirismo. Fra i brani Luna di Venere, primo singolo estratto dall’album, è una ballata ariosa che si incendia nel finale strumentale con le chitarre in evidenza, Giovanilistici musicisti si muove fra cantautorato e canzone pop anni sessanta, il rock dalle sinuose influenze mediorientali e dalle insinuanti pulite note della chitarra elettrica di Pensiero nevrotico, il cui testo è quasi una dichiarazione di poetica musicale <<canto canzoni d’amore col distorsore/io che ho un pensiero nevrotico per capello attacco all’ampli il mio cervello>>, l’inquietudine di Tartarughe eccetera fra Gianfranco Manfredi e Rino Gaetano, forse il testo migliore fra bagliori agresti di psichedelia e riflessione autoironica, l’indolente morbida cantilena di Tu ci caschi sempre. Recensioni di "Ignazio Gulotta" (www.distorsioni.net).
RATING: 7.75 / 10
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